Oggi incontriamo la professoressa Emanuela Fogliadini, docente di “Arte del cristianesimo orientale: la teologia dell’icona”, che fa parte del comitato di indirizzo con la signora Micheli, il professor Carena e il rettore. In che cosa consiste questo gruppo e qual è il vostro obiettivo?
Il gruppo di lavoro, formatosi nella nuova fase istituzionale di UTE, ha come obiettivi la condivisione dei fondamenti che animano l’Università, la collaborazione per la preparazione del programma accademico e un’attenzione corale alle richieste di conoscenze degli iscritti. É un gruppo di lavoro attivo, cordiale, dove ci si confronta per incoraggiare e sostenere a tutto tondo la missione di UTE.
Che cosa significa dedicare parte del proprio tempo da anziani allo studio? E perché lo si fa?
A questa domanda posso rispondere da relativamente giovane, ma come qualcuno che ha sempre studiato, che ha incrementato lo studio negli ultimi 15 anni della propria vita, uno studio che ho desiderato profondamente si trasformasse in una professione ma specialmente che continuo a vivere come stimolante passione. Non posso immaginare una vita densa e degna priva del desiderio di apprendere, leggere, ascoltare, confrontarsi, e ancora studiare tenacemente e con gioia. I nostri iscritti hanno intuito le potenzialità dello studio e la bellezza di approfondire temi diversi e stimolanti, attraverso i corsi UTE, per la propria vita e per quella dell’intera comunità umana.
In che modo gli anziani potrebbero collaborare alla realizzazione di una Milano più equa e adatta a tutti?
Tutti possono e devono collaborare a una Milano più accogliente per ciascuno e per tutti. Gli anziani in particolare sono una risorsa preziosa, non solo perchè hanno più tempo da dedicare agli altri ma perchè moltissimi hanno una sensibilità per le sofferenze e le difficoltà della quotidianità di tanti. Ma anche hanno vissuto a lungo la propria città, ne conoscono i punti di forza e di debolezza, possono lavorare sul territorio con le loro competenze, proporre progetti, impegnarsi a farli realizzare e, a loro volta, realizzarli.
C’è bisogno di un dialogo intergenerazionale serio, anche a livello accademico? Voi siete disposti a impegnarvi su questo?
Il dialogo e il confronto sono più importanti che mai. Viviamo in una società dove spesso, per comodità, taciamo di fronte a drammi terribili, a ingiustizie mondiali, a crimini atroci… e le conseguenze negative a livello politico sono sotto gli occhi di tutti. E sovente, con la scusa dell’educazione, non siamo più capaci di formulare una critica costruttiva alle persone della nostra famiglia o agli amici più prossimi. Il dialogo è essenziale, tra persone che si rispettano, tra generazioni che devono essere solidali, tra mondi accademici, tra istituzioni sociali e politiche. Solo dialogando ci si conosce, ci si comprende, e specialmente ci si rispetta. Noi siamo pronti a impegnarci in questo dialogo non solo intergenerazionale ma tra noi che condivideremo un percorso di conoscenza, di passione, di bellezza insieme.